UNA GIORNATA CON I DISABILI
Sono appena rientrata, ed eccomi, pronta a scrivere due righe sulla giornata trascorsa, un po' diversa dalle solite noiose e monotone giornate mie.
Stamattina non so perché mi alzai presto, guardo la sveglia e dico tra me ed e me:"No, sono appena le sette e va be mi darò da fare in casa".
Anche se sapevo già che questa giornata si sarebbe colorata di rosa.
Questa mattina andai pure mezz'ora prima a messa nella chiesa del mio paese, chissà, se era la volta buona per acchiappare al volo il nostro sacerdote per confessare, invece, trovo la chiesa avvolta nel buio e nel silenzio più limpido, non udivo neanche i soliti mormorii che accompagnano la mia solita vita, appena entrata prendo come mia abitudine fare il foglietto bianco e quello delle letture, vado a sedermi e leggo gli appuntamenti della settimana, dove trovo un incontro al quale non potevo mancare e c'era scritto: Domenica 15 maggio 2011 ore 11:00 messa a Santa Maria Festa Giardino fiorito.
Cosi ritornado… Sui miei passi, che mi portavano a casa, mi feci accompagnare a Santa Maria infatti trovai tanta gente lì.
Mi accompagnava il fiore di ogni figlio: la mia famiglia, per una volta, viaggiavano in mia compagnia senza doversi recare in un ospedale ed ero contenta per questo.
Intanto che tutti si sistemavano per ascoltare la Santa Messa, il coro dei bambini di Samugheo riecheggiava nell'aria come una limpida melodia innocente, bella, fresca e profumata.
Pronti a dare vita a un sacro rito d'amore, pronti a tendere la mano all'altro, a cantare inni di gloria al Signore che appare in un sorriso di un disabile, di una persona meno fortunata di noi, ma ricca più di noi,
Mentre la melodia dell'amore verso il prossimo, che è il comandamento più grande che Gesù ci ha dato, intanto, io guardavo la gente del paese mio amato.
La guardavo sorridere, quando guardo i loro occhi chiedo amore e per contracambiarlo, un sorriso, una parola attirano sempre parole buone non cattive.
Pregavo e accoglievo nel mio cuore tutto quello che questa giornata mi avrebbe donato.
Intanto guardavo quel cielo oscurarsi, il vento abbracciava tutti noi, e un freddo pungente ci faceva rabbrividire.
Tutti i disabili dell'associazione m'accolserò con amore, e io ricambiai quel dono con tutto il cuore, ma devo essere e voglio essere sincera: quando sono con la mia famiglia non sono più io, quella ragazza allegra e spontanea che sono sempre quando sono in loro compagnia almeno in quelle poche volte che sono andata.
Don Alessandro nella sua semplicità giunse al termine del suo pellegrinare almeno per quella giornata, un'altra messa la terza celebrata per i meno fortunati di noi.
I loro sorrisi furono la benedizione che abbracciò l'intera comunità di Samugheo in quell'occasione stretta attorno a se spinta dall'amore verso quelle famiglie che hanno dei figli con gravi problemi di salute.
Una sfilata di dolci adornavano quel quadro d'autore, tutta la gente riunita a gruppetti, famiglie, madri, padri, giovani in… Un continuo gioco di dialogo.
Ed ecco che già tutti si recarono nel salone dove si sarebbe svolto il pranzo.
Come se fosse un matrimonio, ed era quasi, perché in quell'arco di tempo nello spazio infinito della realtà si sposarono la fede e la gioia per il proprio paese.
Un salone adornato dalle piccole e umili azioni dalle mani d'oro dei nostri disabili, fiori di cartapesta, uno splendido acquario fatto con amore, con tanta bravura, e con tanta premura anche dall'educatrice.
Tutti gli invitati s'accomodarono e nel riecheggiare delle voci, s'alternavano i soci e i volontari nel servire le squisite pietanze fatte da loro.
I bimbi giocavano fuori, anche se il tempo non regalava loro calore, essi non si curavano e vivevano i loro giochi spensierati.
Come in un matrimonio dopo il caffè tutti s'alzarono per andare via, ma la festa non era finita me ne accorsi quando rientrai nel salone vidi tutti seduti in un cerchio, udii una musica allegra, la giornata doveva ancora danzare.
Io andai… Via contenta di aver trascorso una giornata cosi bella, anche perché avevo rivisto mia madrina e vedendola là sorridente più che mai capii che in quell'abbraccio di sentimenti vi era la vita, non la sofferenza, non la pietà, non la cattiveria, non la malalingua, non la gelosia verso l'altro, lì sentii Amore.
Sono appena rientrata, ed eccomi, pronta a scrivere due righe sulla giornata trascorsa, un po' diversa dalle solite noiose e monotone giornate mie.
Stamattina non so perché mi alzai presto, guardo la sveglia e dico tra me ed e me:"No, sono appena le sette e va be mi darò da fare in casa".
Anche se sapevo già che questa giornata si sarebbe colorata di rosa.
Questa mattina andai pure mezz'ora prima a messa nella chiesa del mio paese, chissà, se era la volta buona per acchiappare al volo il nostro sacerdote per confessare, invece, trovo la chiesa avvolta nel buio e nel silenzio più limpido, non udivo neanche i soliti mormorii che accompagnano la mia solita vita, appena entrata prendo come mia abitudine fare il foglietto bianco e quello delle letture, vado a sedermi e leggo gli appuntamenti della settimana, dove trovo un incontro al quale non potevo mancare e c'era scritto: Domenica 15 maggio 2011 ore 11:00 messa a Santa Maria Festa Giardino fiorito.
Cosi ritornado… Sui miei passi, che mi portavano a casa, mi feci accompagnare a Santa Maria infatti trovai tanta gente lì.
Mi accompagnava il fiore di ogni figlio: la mia famiglia, per una volta, viaggiavano in mia compagnia senza doversi recare in un ospedale ed ero contenta per questo.
Intanto che tutti si sistemavano per ascoltare la Santa Messa, il coro dei bambini di Samugheo riecheggiava nell'aria come una limpida melodia innocente, bella, fresca e profumata.
Pronti a dare vita a un sacro rito d'amore, pronti a tendere la mano all'altro, a cantare inni di gloria al Signore che appare in un sorriso di un disabile, di una persona meno fortunata di noi, ma ricca più di noi,
Mentre la melodia dell'amore verso il prossimo, che è il comandamento più grande che Gesù ci ha dato, intanto, io guardavo la gente del paese mio amato.
La guardavo sorridere, quando guardo i loro occhi chiedo amore e per contracambiarlo, un sorriso, una parola attirano sempre parole buone non cattive.
Pregavo e accoglievo nel mio cuore tutto quello che questa giornata mi avrebbe donato.
Intanto guardavo quel cielo oscurarsi, il vento abbracciava tutti noi, e un freddo pungente ci faceva rabbrividire.
Tutti i disabili dell'associazione m'accolserò con amore, e io ricambiai quel dono con tutto il cuore, ma devo essere e voglio essere sincera: quando sono con la mia famiglia non sono più io, quella ragazza allegra e spontanea che sono sempre quando sono in loro compagnia almeno in quelle poche volte che sono andata.
Don Alessandro nella sua semplicità giunse al termine del suo pellegrinare almeno per quella giornata, un'altra messa la terza celebrata per i meno fortunati di noi.
I loro sorrisi furono la benedizione che abbracciò l'intera comunità di Samugheo in quell'occasione stretta attorno a se spinta dall'amore verso quelle famiglie che hanno dei figli con gravi problemi di salute.
Una sfilata di dolci adornavano quel quadro d'autore, tutta la gente riunita a gruppetti, famiglie, madri, padri, giovani in… Un continuo gioco di dialogo.
Ed ecco che già tutti si recarono nel salone dove si sarebbe svolto il pranzo.
Come se fosse un matrimonio, ed era quasi, perché in quell'arco di tempo nello spazio infinito della realtà si sposarono la fede e la gioia per il proprio paese.
Un salone adornato dalle piccole e umili azioni dalle mani d'oro dei nostri disabili, fiori di cartapesta, uno splendido acquario fatto con amore, con tanta bravura, e con tanta premura anche dall'educatrice.
Tutti gli invitati s'accomodarono e nel riecheggiare delle voci, s'alternavano i soci e i volontari nel servire le squisite pietanze fatte da loro.
I bimbi giocavano fuori, anche se il tempo non regalava loro calore, essi non si curavano e vivevano i loro giochi spensierati.
Come in un matrimonio dopo il caffè tutti s'alzarono per andare via, ma la festa non era finita me ne accorsi quando rientrai nel salone vidi tutti seduti in un cerchio, udii una musica allegra, la giornata doveva ancora danzare.
Io andai… Via contenta di aver trascorso una giornata cosi bella, anche perché avevo rivisto mia madrina e vedendola là sorridente più che mai capii che in quell'abbraccio di sentimenti vi era la vita, non la sofferenza, non la pietà, non la cattiveria, non la malalingua, non la gelosia verso l'altro, lì sentii Amore.
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DEMELAS MARINA
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